giovedì 29 settembre 2011

OSSERVAZIONI ALLA VAS

Queste le nostre osservazioni sulla valutazione ambientale strategica presentata in Consiglio Comunale il 13/7/2011
Al Sig. Sindaco del Comune di Garbagnate Milanese (MI)
- Settore Tecnico, Urbanistica -
 OSSERVAZIONI AL PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

collegato al PGT del Comune di Garbagnate Milanese.      
Sulla base di quanto descritto nel Rapporto Ambientale della VAS e nella sua Sintesi Non Tecnica, noi cittadini – aderenti al Comitato Mazzini-Falzarego – riteniamo di dover esprimere il nostro compiuto dissenso verso le previsioni di Piano (come valutate dalla VAS) per le aree definite ATN 5 e ATN 6, nonché per la esclusa area denominata GB5 (esclusione per la quale esprimiamo il nostro disaccordo), elencandone qui di seguito tutte le motivazioni:
1. Citando la Sintesi Non Tecnica del Rapporto Ambientale della VAS, che recita “La VAS ha il compito di garantire la sostenibilità del piano e un elevato livello di protezione dell’ambiente, contribuendo all’integrazione della dimensione ambientale nel processo di pianificazione.”  segnaliamo che il bosco esistente non è stato tenuto nella dovuta considerazione.
Motivo dell'Osservazione:
il vigente PTCP della Provincia di Milano segnala come “area boscata (art.63)” una considerevole parte del GB5 e del ATN6 (tav.3D, Paesaggio e Ambiente). Queste aree sono definite, dal PTCP stesso all'interno delle Norme, come: ”aree ricoperte da vegetazione  arborea che per caratteristiche e collocazione assumono interesse paesistico” (…) “Tali ecosistemi rappresentano un fondamentale elemento di equilibrio ecologico ”. Per favorirne il rimboschimento viene poi segnalato che: “Il Comune, in fase di adeguamento urbanistico alle indicazioni di PTCP:
- verifica i dati conoscitivi presenti alla tavola 3;
- individua eventuali nuove aree boscate da sottoporre ad azioni di tutela.”
Appare chiaro che tale indirizzo della Provincia, cioè di valutare l'area quale “fondamentale elemento di equilibrio ecologico” non sia stato minimamente preso in considerazione, attuando dapprima un taglio del bosco (negativo soprattutto per le specie locali tutelate e non per la Robinia Pseudoacacia che ha invece forte riproduzione agamica soprattutto in caso di taglio) e, poi, considerando una edificazione intensiva dell'area stessa.
Come più volte espresso, il Comitato non si esprime negativamente verso la costruzione di edilizia sociale in tale area (GB5), ma richiede che siano prese in considerazione modalità progettuali alternative a quelle messe in campo dalla PA, sostenibili sotto il punto di vista ambientale (case basse ad alta densità e a basso consumo di suolo, note in letteratura e nella pratica corrente).
Per dare seguito a tale possibilità (e per via della stabilità demografica del Comune e per dare seguito alle più innovative linee di programmazione urbanistiche tese alla limitazione del consumo di suolo) sarebbe stato corretto – a nostro parere - limitare al minimo gli interventi inizialmente previsti dal PRG per l'intero comparto (PE11, con previsione insediativa per 92.560 mc). Invece, come di seguito segnalato, il PGT proposto dalla PA prevede l'aumento di tale previsione insediativa, con conseguenze non valutabili, nemmeno da chi preposto (si veda pag. 85 del Rapporto Amb., laddove si scrive che “Esso (l'ambito ATN6) si estende su aree attualmente agricole e boscate, pertanto la sua attuazione comporta l’incremento di superficie antropizzata in un contesto già fortemente artificializzato.”). Quale migliore presa d'atto della reiterazione e accrescimento di un evidente errore di Piano?
2. Esistenza di un Protocollo di Intesa che definisce – sostanzialmente – l'accorpamento
amministrativo degli interventi GB5, ATN 5 e ATN 6 e le loro “ripartizioni volumetriche”. Tale Protocollo, allegato a Delibera n.157/2009, è citato dal Rapporto Ambientale VAS a pagg.51 – 68 – 85.
Motivo dell'Osservazione: 
tale Protocollo – a parere degli scriventi - non può trovarsi nella condizione di definire un processo di aggregazione amministrativa e fattuale-produttiva (ciò che è in sostanza il fine del Protocollo in questione) tra un progetto definito da Piani e accordi precedenti e approvati (il GB5, di cui – tra l'altro – si richiede Valutazione di Impatto Ambientale) e piani e progetti non ancora sottoposti a Valutazione Ambientale ex-ante (e quindi non adottati e approvati).
In altre parole, nessun soggetto attuatore può – a nostro avviso – farsi carico dell'intera operazione o anche di parte di essa (anche attraverso accordi con la PA) per via del fatto che gran parte della stessa di fatto non è ancora sottoposta a nessun tipo di valutazione o deliberazione (alla sottoscrizione del Protocollo stesso) e di conseguente approvazione.
3. Area a standard non attuata, riconvertita in residenziale nella ATN 5.
Motivo dell'Osservazione: le aree a standard non attuate – per via degli effetti degli artt.9 del DPR 8 giugno 2001, n. 327 e del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, Testo Unico Edilizia – non possono considerarsi come residenziali, come definito dal Piano e “avallato” dalla VAS (pg.68 del Rapporto), laddove “La scelta del Documento di Piano è stata quella di prevedere, ove possibile, ambiti di trasformazione in corrispondenza di tali aree di PRG non attuate, a salvaguardia dei diritti edificatori preacquisiti dai proprietari. ” (…) e quindi, nel nostro caso: “Per quanto concerne gli ambiti di nuovo impianto, per alcune aree (ATN1, ATN2, ATN4, ATN5) sono state ritenute non più idonee le previsioni a standard del PRG e quindi riconvertite ad altri usi, prevalentemente residenziali. “
Non appare infatti reale l'esistenza di diritti edificatori su tale ambito, per via dei citati articoli di
Legge. Pertanto si richiede una revisione delle scelte di Piano, in senso conservativo dei vincoli ad uso pubblico (servizi, spazi aperti o agricoli), anche con modalità innovative di attuazione (gestione da parte di società o cooperative di giovani, privati, privato-sociale, in modo da garantire tutela dell'ambiente e occupazione più stabile rispetto a singoli interventi edilizi).
4. Unificazione del tessuto urbano con l'area della Ex-Alfa Romeo.
Motivo dell'Osservazione: le scelte di Piano sopra segnalate per ATN5 e ATN6 determinano – di fatto – l'unificazione del tessuto urbano con l'area dell'attuale Ex-Alfa Romeo.
Esprimiamo forte dissenso verso questa ipotesi, non solo per via della indeterminatezza delle possibili future trasformazioni sul sedime ora ricoperto dalla storica fabbrica di automobili (cosa che peraltro è segnalata dalla stessa VAS in più punti), ma soprattutto per la seguente motivazione:
- La scelta di Piano di “cingere” - di fatto come un grande PL - la città di Garbagnate M.se entro una fascia a verde ad Est (data dal Parco Groane - esistente) ed una a Nord (con il limite dato dalla “Via del Ferro”, esistente anche senza definirne il limite) e di “consumare” qualsiasi tipo di corridoio verde centrale Nord-Sud è contro tutte le più avanzate proposte di Piano, sia italiane che estere, laddove - invece – vengono ricercate tali situazioni (corridoi ecologici ed affini) per alleviare l'effetto delle isole di calore edificate.
L'esperienza storica e pionieristica del PIM, in questo senso e ad una scala vasta, sta a dimostrare che - laddove questa strada non è stata perseguita - si sono create situazioni di eccessiva antropizzazione e di consumo del suolo (con rif. alle criticità ed agli “effetti rilevanti” individuati nella VAS riguardo il consumo di suolo, che quindi dovrebbe essere motivatamente contenuto).
Nel caso di Garbagnate, il positivo effetto ambientale del mantenimento a verde delle suddette aree sarebbe ancor più evidente, per via dell'incrocio – sino ad ora preservato – tra la via d'acqua del Villoresi e le aree verdi del bosco di via Mazzini e agricole.
Inoltre, preservare tale impianto verde è di fondamentale importanza proprio per l'indeterminatezza delle scelte progettuali sull'area Ex-Alfa Romeo.
5. Quantità di progetto.
Motivo dell'Osservazione: non appare, infine, chiara la motivazione per la quale (in assenza di incremento demografico - reale o percepito - ed all'interno di una evidente fase recessiva del mercato) si debbano aumentare – al posto di diminuire – le previsioni volumetriche su queste aree.
Come più volte detto, i sottoscritti sono completamente favorevoli all'insediamento di edilizia sociale per 35.000 mc (con le modalità sopra descritte), ed anche ad una certa quota di edilizia libera (al max ulteriori 35.000 mc) che garantisca la fattibilità economica dell'operazione, diminuendo i previsti 92.560 mc a circa 70.000 mc, per via delle sopra citate motivazioni.
Ciò a cui ci opponiamo è la incredibile “crescita” delle aree edificabili e delle volumetrie come voluta dalla PA (vedasi Protocollo di Intesa) e come di seguito descritta:
GB5 – CIMEP: 35.000 mc
ATN 6: 105.000 mc . St= 84.243. SLP prevista= 35.000 mq. Indice UT= 0,42 circa.
ATN 5: circa 30.000 mc.
per un totale di circa 165.000 mc.
Ciò non aderisce – nel modo più assoluto – alle possibilità date da “indici edificatori ridotti”, come segnalato dalla VAS. Solo per segnalare il caso più evidente: l'ATN6 ha un indice UT di 0,42, di gran lunga il più alto dell'intero territorio comunale! (si chiede, peraltro, per quale motivo tale UT non è stato inserito in tabella).
Si richiede gentilmente alla SV risposta ad ognuna delle Osservazioni qui sopra definite e, contestualmente,
porgiamo distinti saluti.

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